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Nei suoi "reportage dal vivo" Debora Bruni, conducente di trasporto pubblico urbano ed extraurbano, racconta - con stile ironico e a tratti surreale situazioni assurde che su certe linee e in certi orari, come il triangolo delle Bermuda, attirano le stranezze. Chi compra il biglietto in corriera e vuole pagare con la carta di credito; chi fa il turno intero insieme all'autista, ma solo d'estate perché sul bus c'è l'aria condizionata; operai che si mettono a cenare (e a fumare) a bordo e - ancora - viaggiatori che, appena vedono il gentil sesso al volante, ci restano malissimo. L'"autistessa" si fa arguta ed originale portavoce, nella sua opera d'esordio, di una figura professionale considerata spesso dalla gente "pezzi di selleria, un'estensione del volante", notata solo se sbaglia. Perché dopo migliaia di chilometri vissuti davanti al Vasco Rossi dei poveri o a personaggi simili a Moira Orfei, c'insegna l'autrice, il trucco è riuscire a cogliere comunque il bello di questo "mestieraccio", come lo chiama con affetto.